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Elba

Elba

Tramonto a Campo Lo Feno

Un pezzo di Toscana strappato al Continente.

Quando si attracca a Portoferraio, accolti dai bastioni baciati dal sole del Forte Mediceo, bastano pochi minuti sull’Isola per essere colpiti da questa sensazione.

L’Isola, come la chiamano con orgoglio univoco gli Elbani, solo in apparenza è un luogo di forte vocazione turistica.

Antichi borghi di pescatori, un entroterra silenzioso e contadino, sono le anime più segrete di questa terra. Un antico retaggio,  che oggi si rinnova nei modi schivi con cui gli isolani spesso accolgono i visitatori.

Qui all’Elba il turismo, di elite prima e poi di massa, è arrivato negli anni ’50 e ’60 del XX secolo. Modificando, in modo lento e consapevole, il paesaggio. Le barche e le reti dei pescatori, così spesso presenti nelle splendide foto d’epoca, hanno lentamente lasciato il posto agli yacht e alle barche a vela di un mondo nuovo, ormeggiate a Porto Azzurro, Marciana, Campo.

Nelle rare giornate di tempo incerto che passano a volte in estate sul cielo dell’isola, vale la pena di regalarsi una passeggiata verso le zone meno note, e non per questo meno affascinanti: a pochi chilometri dal mare ci si immerge nella luminosa campagna toscana, da sola una immensa ricchezza, qui come nel resto della Regione.

Fino agli anni ’60 l’agricoltura giocava un ruolo fondamentale nell’economia elbana, ed ancora oggi i terrazzamenti coltivati a vite fanno di queste colline e delle montagne elbane il “terroir” per grandi vini.  Primo tra essi, l’Aleatico, che qui chiamano “Il Re”.

Una realtà più pacata e silenziosa, quella delle piccole comunità montane o dei piccoli paesi arroccati sulle colline, come San Piero, Sant’Ilario, Capoliveri, dove l’amore per quest’isola ha radicato un associazionismo forte e fiero di difendere la propria terra dal fuoco degli incendi estivi, o dal rischio di una espansione edilizia che li avrebbe snaturati.

E poi….tornando verso il mare…..ci sono i profumi.

Lontani dalla folla che con la stagione piena si sistema nelle spiagge più famose, sono il premio per chi sa spingersi su sentierini più scoscesi e nascosti.

Lì, nelle scese a mare, si viene investiti dai profumi di ginestra, rosmarino, mirto ed elicriso, uniti al salmastro del mare.

E nelle baie più appartate (come Fonza o Pomonte) che chi vuole portare con sé solo telo, cappello e un paio di sandali, può davvero godersi lo spettacolo.

È lì, il vero mare dell’Isola.

Rotolando le proprie onde sui ciottoli grigi delle calette, si prepara ad accogliere chi lo ama con colori di smeraldo e acquamarina, orizzonti aperti solcati solo da qualche vela, e a regalargli qualche attimo di infinito.

Cala Fonza, aperta a sud

La punta di Fetovaia, a sud-ovest dell’isola