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Giannutri

Giannutri

Approdo di Cala Maestra, molto ridossata, costellata di resti archeologici

A sud di qualcosa,
la cintura che si chiude in basso sulla mappa, la chiamata delle sei sorelle dell’Arcipelago Toscano.
Giannutri prova a confonderci.
Ci avevano detto che fosse la seconda più piccola, delle sette sorelle toscane.
Ma una volta sul campo è gran tosta da esplorare, autentica maremmana.
Davvero, non sembra finire nemmeno quando la percorri fino al vecchio faro sulla punta sud, tra lentischi ed euforbie in fiore, sotto la rara ombra di un’isola che non ha sorgenti d’acqua. A pensarci, essa ricorda i vecchi esercizi di analisi, laddove si ipotizza una modesta superficie racchiusa da un grandissimo perimetro…. questo significa tante cale ed insenature, e così è.

Cala Spalmatoio è molto ampia, è zona libera nella mappatura del Parco ovvero quella di accesso ed ormeggio diretto, cosicché quando la osservi dall’alto il suo orizzonte è costellato dagli alberi delle tante barche all’ancora.
Le norme di protezione del Parco sono molto stringenti, forse sovradimensionate, l’attraversamento nord-sud può essere effettuato soltanto con l’accompagnamento di una guida autorizzata, a meno di non essere proprietario/affittuario di una delle abitazioni che insistono sull’isola.
Queste costituiscono le uniche soluzioni di alloggio disponibili, per chi volesse rimanere dei giorni.
In effetti, negli anni ’70 si tentò di rendere Giannutri l’equivalente italiano della francese Cavallo e fu oggetto di una lottizzazione fin troppo disinvolta, in cui le norme di tutele archeologica ed ambientale, pur esistenti da anni, furono largamente disattese, per non dire ignorate.
L’iniziativa finì maluccio, rimase un comparto abitativo disordinato, senza acqua, servizi e strutture: ma nel frattempo, e purtroppo definitivamente, aveva cambiato volto all’isola. All’oggi, i proprietari delle case non hanno ancora completamente risolto i problemi e devono confrontarsi sistematicamente con le esigenti autorità del Parco, comunque vi è una situazione di fatto in cui solo costoro possono fruire appieno dell’isola.
Alcune ville sono ben fatte e ben collocate nel verde mediterraneo, esse sono realmente situazioni da riviste di design e A.D.. Però, poche davvero. Il resto deturpa discretamente.

Non vi sono spiagge, a parte una ciottolosa a Cala Maestra in mezzo a resti romani, dove normalmente si sbarca.
A Cala Spalmatorio, dalla forma a mezzaluna rivolta a levante, vi sono un paio di punti gradevoli a sud della stessa, al limite della zona 1 di massima tutela. Comunque, ogni tuffo in queste acque è bacio di Nettuno ed un paradiso per i sub che godono dei profondi e ricchi fondali. Per il resto, specie nella parte meridionale dell’isola, presso il faro di punta di Capel Rosso, si hanno alte scogliere che si misurano con il Mar Tirreno.

Cala Spalmatoio, l’ampia zona libera dell’isola. Sotto, l’insenatura che dà il nome alla cala, dove si calafatavano le barche


La costa della Maremma e l’Argentario sono lì, vicinissimi, riempiono buona parte dell’orizzonte nel quale non manca mai, appena si sale su qualche altura, il Giglio che si fa notare con il suo rassicurante profilo.
In molte zone dell’isola la vegetazione è bassa e fittissima, aggressiva, una macchia mediterranea pura e primordiale che sconsiglia di uscire dai sentieri e che presenta un certo interesse agli specialisti di botanica.

La macchia mediterranea sull’isola

Un’altra presenza continua sull’isola è il suo passato archeologico romano. A parte le antiche murature sparse un pò dovunque sui sentieri (pochi, quasi tutti obbligati) e le bitte romane su cui ancora oggi le barche si assicurano, fanno la loro brava figura i resti della famosa villa sopra Cala Maestra, raggiunta da una scalinata direttamente dal mare. L’area e le strutture sono ben conservati e offrono uno spaccato di architettura e di vita patrizia di epoca imperiale e, vorremmo aggiungere, insulare.
A Roma sarebbe un sito archeologico come ve ne sono centinaia, mosaici compresi.
Ma questo a Giannutri è un unicum: quale peristilio può vantare l’isola del Giglio sullo sfondo?
Sono pochi i siti archeologici in cui il Mediterraneo ti insegue pressante e ti raggiunge con i suoi colori, i suoi tramonti, i suoi aromi.

Piccola, arcuata, tosta e maremmana, Giannutri non è semplice, ma sa premiare chi gli è amico: un superbo continuum macchia-scogliera-mare-fondali, e scusate se è poco.

I resti della villa romana, il Giglio sullo sfondo