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Salina

Salina

Luna su Leni

Osservando da lontano la sua orografia, Salina ricorda il grafico tridimensionale di una delle prime funzioni che si studiano nei corsi di analisi, due picchi ed una sella.

I picchi sono le due montagne che caratterizzano in modo totale la forma dell’isola, Monte Fossa delle Felci (962m) e Monte dei Porri (859m) verdissime e boscose (caratteristica unica per le Eolie) separate da una vera sella che taglia Salina in due con un attraversamento gentile ma deciso, il cui “passo”, se vogliamo chiamarlo così, si trova all’altezza del santuario della Madonna del Terzito, a Valdichiesa, luogo suggestivo e silenzioso, peraltro punto di partenza di vari sentieri di trekking che da lì attraversano l’isola.

Circondata da una costa generosa e variegata, tra alte scogliere, spiagge strette che fuoriescono sotto rocce a picco, arricchita da massicciate vulcaniche e molte baie stile foto da cartolina, fari e torri telegrafiche, Salina si prende la briga e di certo il gusto di essere amata anche per il suo verde territorio interno, per i suoi boschi, per i suoi vigneti, la sua malvasia, i saliscendi panoramici, i colpi d’occhio sull’arcipelago.

Salina è infatti centrale in mezzo alle sette sorelle, la seconda più estesa dopo Lipari, la più verde e con qualche sorgente d’acqua propria.

Santa Marina, vista da sud e da nord, qui con Lipari che sembra l’astronave aliena della fantascienza

Anche amministrativamente si distingue. In sei nell’arcipelago sono tutte facenti parte del comune di Lipari, ma su Salina insistono tre distinte amministrazioni: Santa Marina di Salina con la sua frazione distaccata di Lingua, Malfa con la nota frazione di Pollara, infine Leni anch’essa con la sua brava frazione, Rinella.

Ogni località si distingue per caratteristiche, esposizione al Tirreno, vocazione ambientale, approccio turistico e soprattutto per anima insulare. Ma Salina è tutta un’armonia e le differenze sono in realtà parti di un tutt’uno completamente convincente, a beneficio del viaggiatore eoliano.

I porti di attracco sono a Santa Marina e a Rinella, ferry ed aliscafi vanno e vengono, le compagnie di navigazione funzionano e sono puntuali. Per girare l’isola e per visitarne tutti gli angoli, fermo restando che i mezzi pubblici sono efficaci, è necessario un veicolo, meglio se a due ruote. E poi, se possibile, una barca, visto che alcune belle spiagge, come l’occidentale e argèntea Praiola per fare un esempio, non sono raggiungibili da terra a meno di non essere dei rocciatori del CAI.

I comuni e le frazioni sono posti incantevoli, le vedute fantastiche, il sole nel suo arco giornaliero offre mille sfumature e riflessi cromatici impensabili.

La frazione di Lingua, con la sua salina che dà il nome all’isola

Santa Marina è forse, come linee di navigazione, la porta principale dell’isola, il paese è esposto ad est e quindi prende tanto sole la mattina. Spalle alla montagna, a destra vi è la grande Lipari, davanti e a sinistra l’orizzonte regala Panarea a Stromboli, quest’ultimo sempre vivace con il suo pennacchio eruttivo.

Capo Faro, con i suoi vigneti, sulla strada tra Santa Marina e Malfa
Punta Scario, presso Malfa

Malfa è il paese più aggraziato ed accogliente, la veduta che offre è rivolta a nord, possiede un’isola (!) pedonale carinissima che non ha nulla da invidiare a quelle di altre celebrate località, con locali sparsi per due o tre vie lungo il paese sul cui sfondo, tra verdissime palme, si scorgono ancora Stromboli e Panarea, e quest’ultima al tramonto appare rosata come l’Aurora di Omero.

Malfa come mare offre una spiaggia tanto discutibile quanto affascinante, Punta Scario, senza arenile ma fatta di grandi sassi rotondi e lisci su cui è difficilissimo camminare e sui quali, perché la gente possa adattarsi nel prendere il sole e vivere il luogo, vengono sistemati enormi materassini pneumatici, il cui adattamento al profilo dei sassi è difficile ma alla fine efficace.

Malfa, piccola perla

Leni è oltre la “sella” tra i due monti di cui si è inizialmente detto, è il comune più piccolo, forse anche più della sua frazione che si trova in basso, Rinella, dove vi è il secondo attracco portuale dell’isola. Questo piccolissimo centro non ha avuto lo sviluppo in senso moderno degli altri due di Salina, appare ancora rimasto al primo novecento, la qual cosa avrà certamente anche il suo fascino. Ma Leni si gioca una carta imbattibile, rispetto a tutti: la veduta.

Essendo il paese abbastanza alto in quota ed esposto a sud, si apre totalmente verso la Sicilia settentrionale, con Lipari e Vulcano a veicolare lo sguardo. Nelle notti terse la veduta abbraccia l’intero arco visivo che si apre all’orizzonte, da Milazzo a Cefalù ed oltre, è uno spettacolo indescrivibile, bisogna esserci, privilegio di questo piccolo centro.

Seguendo la strada che esce da Malfa verso Leni si trova subito il bivio che conduce a Pollara. Dopo un paio di Km, sotto la vecchia torre semaforica abbandonata, la strada curva a sinistra e consente un ampio parcheggio per raggiungere uno dei belvedere più belli d’Italia, quello appunto su Pollara.

Un cratere vulcanico, per metà sprofondato nel Tirreno, per il resto sollevato di decine di metri sul mare, offre un dolce declivio sovrastato dal Monte dei Porri come fosse un enorme anfiteatro naturale sul quale si adagia, delicata e rispettosa della sua naturale collocazione, la frazione di Pollara.  La vista dall’alto è impressionante, la vegetazione, il mare, la scogliera a picco con la strettissima spiaggia nera che le è appena sotto, i tornanti della strada che la raggiungono, Filicudi ed Alicudi controsole sullo sfondo, lo Scoglio Faraglione che austero la protegge…. sono meraviglie per gli occhi. Gli “oohh” delle persone sul belvedere accompagnano la vista.

Pollara

Questa è la famosa località dove è stato girato il “Postino” di Troisi, ed infatti non sorprende che in essa siano racchiusi fascino, tramonti e scrigni di storie.

I segni dell’opera dell’attore napoletano sono per ogni dove a Pollara.

L’unico locale pubblico (un pub che cerca di essere alla moda ma speriamo rimanga sempre così com’è) non distante dalla chiesa intorno cui ruota la piccola comunità, proietta da tantissimi anni, ogni santo giorno che c’è su questa Terra, alle 18 in punto, il film.

Camminando per il piccolo centro ci si imbatte in familiari figure della trama disegnate su scalini, in profili artistici delle scene rappresentate su muri, giochi di luce a forma di Troisi e Noiret, vecchie biciclette incredibilmente armonizzate con la rocciosa scogliera mentre il sibilare del vento appare modulare (ma è un’evidente suggestione…)  i pensieri dell’umile postino che cerca il conforto del grande poeta cileno.

Il viaggiatore non dimentichi di visitare (spesso, su appuntamento) le cantine che producono la nobile malvasia delle Eolie, con propri vigneti che costellano ovunque i pendii di Salina. Egli avrà la possibilità, o meglio il privilegio, di riportare indietro, come una sorta di etilico testimone, aromi e profumi dell’arcipelago.

Mettendoci insieme le vedute mozzafiato, i suoni naturali dell’isola e le mani sulla terra che uno mette arrampicandosi tra i capperi selvatici, il viaggiatore troverà che tutti i suoi cinque sensi sono all’opera.

Sarebbe anche ora che qualcuno definisca, dia una descrizione ed esalti l’energia ed il fascino dei cinque sensi insulari, i tradizionali sensi ma declinati in una forma particolare, quella delle isole, preposti perché ciascuno di noi possa meglio amalgamarsi con queste terre.

Questo qualcuno faccia un salto a Salina, un attimo e avrà finito il lavoro.

Omaggio al “Postino”