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Panarea

Panarea

Panarea ad un miglio e, sotto, in paese

Scrigno eoliano. La più piccola dell’arcipelago si fa rispettare.
A metà strada tra Stromboli e Lipari, si caratterizza per una corona di isolotti minori che rendono Panarea, tra le Eolie, la più attraente da navigare, specialmente qualora si abbia si ha la disponibilità di un battello. Tra il giro dell’isola, un paio di baie indimenticabili ed i citati isolotti (i più notevoli: Dattilo, Bottaro, Lisca Nera, Lisca Bianca e soprattutto Basiluzzo, dove si trovano i resti di una villa romana) derivati da primordiali attività vulcaniche, la navigazione intorno Panarea risulta particolarmente bella ed avvincente, foriera di tuffi meravigliosi.
Tanto per non farsi mancare nulla, vicino Bottaro in mezzo al mare vi è una sorgente sottomarina di gas, attiva da sempre (in senso geologico) che ribolle nell’acqua e butta fuori CO2 e altri gas. Impressionante.

La fumarola sottomarina

La Guardia Costiera ha interdetto balneazione ed immersioni in zona, per giusta sicurezza.

L’isola ha una superficie modesta, così come modeste in altitudine sono le sue cime. Poco importa, la personalità di un’isola si basa su altri parametri.
Il paese si affaccia sul lato orientale, con una profondità interna di qualche centinaio di metri. Oltre, vi è la classica ripida collina eoliana, terrazzata, ormai non più coltivata, disseminata di capperi e fichi d’india, che sale fin quasi al versante occidentale, raggiungendo 400m circa. Oltre, la costa scende a picco sul mare con le scogliere tipiche delle Eolie, anche se il giro dell’isola mostra che non vi sono le classiche “sciare”.
Alcune rare spiagge sono, incredibile dictu, di sabbia fine ancorché di piccola estensione, con stabilimenti attrezzati.

La spiaggia di Zimmari

La maggior parte delle spiagge sono in realtà essenzialmente ciottolose, tutt’altro che una novità in questo arcipelago, anche se poi alla fine ci si abitua. A sinistra del paese, lato NE, una spiaggia nota come la “Calcara” è arricchita dalla presenza di fumarole, di ovvia natura vulcanica, utilizzabili spesso con finalità curative.
La porzione di costa su cui si affacciano case e ville dell’abitato prosegue sulla costa verso sud, fino alla bella e stretta spiaggia di Zimmari.
Poi le case finiscono ed inizia lo spettacolo.

Cala Junco

Dopo la spiaggia si sale un ripido sentiero che conduce ad un pianoro, il Piano Milazzese. Da lì, pochi passi e si apre agli occhi del viaggiatore e al Mediterraneo stesso l’incanto di Cala Junco, con il suo promontorio ed il villaggio preistorico.
Già dal punto di vista archeologico, per epoca e posizionamento geografico, è un sito importantissimo, ma la sua localizzazione sul promontorio che si stacca dalla linea di costa, altissimo sul mare, mostra una naturale posizione difensiva che lo rende unico, oltreché meraviglioso a vedersi.
E a destra e sinistra, il Mar Tirreno spara tutta la varietà dei colori dello spettro che può, dall’azzurro, al blu più profondo, dal turchese a tutte le tonalità del verde.
E poi, come il ponte di una portaerei, si apre verso il Tirreno il braccio meridionale di Cala Junco, irraggiungibile a meno di non essere abili rocciatori, che chiude il braccio di mare delimitato sull’altro lato dalla scogliera su cui degrada la cima meridionale di Panarea. Un grande scoglio chiude la baia da quel lato.
Oltre, Lipari, Salina e Vulcano sull’orizzonte e decine di barche all’ancora, interdette a navigare entro la Cala.
Si tratta di una conformazione di costa pressoché una unica della quale l’occhio sembra mai appagarsi e di cui Panarea giustamente si fa vanto.

Un assieme di bellezze marine e di creazioni naturali srotolate davanti al viaggiatore come un tappeto magico, il tutto gratificato da un arcipelago all’orizzonte, con la Storia che aleggia tra le sue scogliere ed i suoi promontori.
Un tuffo certifica, qualora ve ne fosse la necessità, l’incredibile varietà e bellezza del fondale.

Tra le Eolie, Panarea è famosa per essere quella mondana dove un turismo di livello l’ha scelta come meta di relax e momenti glamour. Qui non troverete trekker, scrittori, entomologi o specialisti dell’INGV, almeno di norma.
In compenso potrete qui osservare un altro genere di élite, un certo modo di vivere l’isola in ore notturne, velieri e yacht da riviste patinate, un viavai di gente tra terra e barche che non lascia dubbi sull’elezione di Panarea quale meta preferita di una fascia sociale quanto meno benestante.
Panarea è davvero bella e convenientemente poco estesa, si presta a questo genere di turismo, alcune ville sono davvero da copertina e quando furono costruite, anni 60, l’isola assurse al ruolo di isola dei vip.
Durante il giorno arrivano a frotte turisti giornalieri scaricati dalle barche dei “giri-delle-isole” e dei locali tour-operator, affollando le poche stradine del piccolo paese, ma davvero non c’è pericolo di non riconoscerli.
Nella notte, un paio di locali all’aperto “gratificano” l’intera comunità di musica più o meno piacevole, finalizzato ad un pubblico che si potrebbe definire giovanile. Nessuno scampa a questa musica, essa supera i confini della discoteca e arriva inevitabilmente a tutto il paese. Raramente gradevole per chi non è cliente delle discoteche.

Non è possibile noleggiare veicoli a Panarea, neanche uno scassato cinquantino. A domanda, i signori dei locali taxi spiegano che è una misura di sicurezza, sottolineando come la minuscola estensione della viabilità dell’isola e soprattutto le dimensioni ridottissime della sede stradale (sono stradine effettivamente strette e affollate) presuppongono particolari abilità di guida detenute, pare, solo dagli isolani.
Comunque, la strada più lunga è quella che dal molo del porto arriva sino alla spiaggia di Zimmari, 5 minuti di mini-taxi elettrico, 25 a piedi.
Meglio noleggiare un gommone, idea di gran lunga più brillante.
Della bellezza della navigazione di Panarea e del suo micro-arcipelago locale si è già detto.

E’ sera, su Panarea

L’isola rimane una bomboniera di cose belle ed è un tocco di classe in un quadro di arcipelago già meraviglioso, irresistibile. Le Eolie, le Isole del Mito, non finiscono mai. La piccola Panarea non si tira indietro e regala colori, scorci, atmosfere uniche.
In ogni momento.

In ogni momento. Anche a cena.