RecentTrips_level
Ventotene

Ventotene

Le altre Pontine, a NE, tramonto estivo

Pigrizia e dolcezza sull’isola piccina.
Più cuore che approdi, più rocce che spiagge, più tramonto che alba qualora volessimo dare valore emotivo ai riflessi rosati che l’orizzonte ci consegna quando è sera.
La sera a terra non vale meno del giorno trascorso sotto l’alta costa bellissima, tra il beccheggio della barca ed ristoro dei tuffi, sotto il cocente sole che brilla nel Tirreno centrale.
Ventotene, schiva isola di sud-est delle altre Pontine (o Ponziane), piccola e non vicinissima ma vera e viva, accoglie i viaggiatori sul suo molo recentemente costruito e li immette subito sulle sue
stradine portuali fatte di anfratti tufacei, botteghe e banchine strettiussime, dove letteralmente volano motorini e vivacissimi “apetti”.
Sarete subito parte del tessuto isolano, una volta superate le faticose scalinate che salgono al centro del paese, coinvolti nella lenta vita del paese.
Questa è una di quelle isole che hanno personalità oltre l’insularità. Qui la gente non è solo pesca e turismo, è consapevolezza della propria particolarità, essa fa comunità e fa paese.
Parliamo di un’isola molto minuta (il periplo in barca si fa in un’oretta o poco più) ma in cui è evidente l’orgoglio degli abitanti, della consapevolezza del loro ruolo in mezzo al mare, di un essere separati dal continente pur non avendo nulla da invidiare.
Certo, quando c’è mare e ci sono urgenze, solo l’elicottero ti porta in ospedale, le donne partoriscono ad Ischia, qualche limitazione pur c’è, ma osservando i volti degli abitanti si scorge più l’orgoglio che il peso della condizione insulare.
Il centro del paese è vivo, la sera si balla e si sta allegri, ci si ritrova dopo la giornata di mare, dopo le immersioni, dopo i tramonti. Un’isola che sembra un quartiere sempre vivo.
Ventotene è larga mediamente 800m, si fa presto la sera a raggiungere il suo lato occidentale per godersi appunto il tramonto che rapisce. Così come raggiungere i resti della villa augustea, sulla punta a nord.
I fondali sono ricchi e sicuri, i centri sub attrezzati, molti vengono qui per completare l’intero corso “advanced” in una settimana da sogno, sopra e sotto il mare.
Poco lontano, appena più di un miglio, l’impervia Isola di S.Stefano con il suo carcere borbonico e poi del ventennio ricorda che le vicende dei Padri Nobili d’Italia e d’Europa è passata su queste rocce, su queste scogliere, sull’affaccio a questi orizzonti.
E’ un’isola dove “non ci si capita”, non è vicina e non la si sente o la si osserva facilmente dal continente o né viene voglia vedendola da un’altra vicina. Bisogna andarci una volta che la curiosità ed un certo desiderio di terre emerse ne hanno disegnato la sagoma nel prorio immaginario.
E il viaggiatore che se ne distacca ripartendo, le formula un rapido ed informale “ciao”, un arrivederci sentimentale. Il pensiero di isole come queste sedimenta di “arrivederci”, nell’anima viaggiante.

Da SE, in barca
Paese di Ventotene ed ingresso porticciolo